Tributo band, o cover band?: ecco la differenza
Cari lettori e care lettrici, l’argomento che oggi andremo a trattare, a noi CONTAGIOBIAGIO riguarda molto da vicino, infatti cercheremo di fare luce tra quali siano le differenze che contraddistinguono una tributo band da una cover band. È un fenomeno musicale che negli ultimi 15 anni, è cresciuto in modo esponenziale ed ha in qualche modo generato una serie di cambiamenti (a mio parere positivi), che andremo a vedere insieme in questo “viaggio” musicale.
Prima però, è doveroso fare un po’ di chiarezza nel definire questo tipo di formazioni. Una tributo band è un gruppo musicale creato con l’intento esplicito di riproporre dal vivo, brani di un complesso o di un artista affermato, cercando di essere il più possibile somigliante nella voce, nell’aspetto, nell’equipaggiamento, ecc. Le cover band invece, sono gruppi specializzati in cover di brani scelti dal repertorio di uno o più artisti, ma senza richiamare alcuna somiglianza.
Possiamo a questo punto addentrarci in questo mondo parallelo della musica, nel quale le tributo band occupano un posto di primissimo piano, in quanto nel proporre il loro spettacolo musicale, mettono in scena un vero e proprio omaggio a quel determinato artista, ricreando esattamente l’atmosfera che si respira ad un suo concerto. A differenza delle cover band che si limitano a cantare i brani esclusvamente per il piacere di proporre quei determinati artisti.
Tributo Band, quali requisiti servono
Ma come si arriva ad ottenere questo risultato? La risposta è semplice, si parte innanzitutto dalla scelta della formazione della band, che inizia ovviamente dal frontman. Questo deve necessariamente somigliare in primis nella voce e subito dopo nei tratti somatici, due degli aspetti fondamentali per offrire un vero e proprio tributo. Poi di conseguenza la band segue a ruota, curando abbigliamento, strumenti musicali, e suoni quanto più simili agli originali.
Questo lavoro richiede un tempo abbastanza lungo, per svolgere un’accurata ricerca, visionando tutto il materiale possibile (cartaceo, video, fotografico ecc), che si è in grado di reperire. Ed in ultimo, ma non d’importanza è ovviamente la scaletta, ovvero la scelta dei i brani che si andranno ad eseguire. Anche qui la cernita viene eseguita con scrupolosa cura, cercando di dare un senso logico/emozionale al progetto musicale, portando l’ascoltatore a viaggiare con l’artista sulle onde delle sue canzoni preferite.
Le Tributo Band in Italia
Per questo motivo una Tributo Band, prima di approcciarsi al palco per il suo debutto ufficiale, impiega anche degli anni per la creazione del proprio progetto musicale, e chi è un pò più esperto del settore, sa riconoscere e apprezzare in modo significativo il lavoro che si cela dietro ad ogni tributo band. Malgrado un censimento ufficiale non esista, si può comunque dire che in Italia il fenomeno delle tribute band sia notevolissimo, addirittura più di quanto si possa pensare.
A tal proposito, alcuni numeri parlano di circa circa 300 Tributo Band fedelissime, cioè quelle che riproducono fedelmente l’idolo prescelto, e addirittura 15.000 le cover band. E se le tributo band estere fanno tour mondiali riproponendo ad esempio i concerti dei Genesis con Peter Gabriel, da noi c’è comunque un giro di pubblico stimabile attorno ai 20 milioni di persone tra feste di piazza, pub, ed eventi appositi.
Perché andare ad ascoltare una tributo band come i CONTAGIOBIAGIO
Ma perché dovremo andare ad ascoltare una tributo band, e non l’originale? Questa è la domanda che viene posta spesso sui social, e la risposta è davvero molto semplice. Perché sarebbe impossibile ascoltare un concerto dei Beatles, piuttosto che dei Queen, o di Michael Jackson, e se anche si parlasse di artisti ancora in attività, sarebbe improbabile vedere Vasco in un comune della Val Camonica, o Ligabue in un paesino della Basilicata.
Questo principalmente è dovuto alle difficoltà oggettive di organizzazione quali la logistica, la sicurezza e la capienza, e qundi per questo motivo entrano in gioco le tributo band. In questo modo un ente, un teatro o un locale, con un investimento molto inferiore rispetto a quello che avebbe dovuto fare per portare un artista affermato, riesce a regalare comunque un concerto di altissima qualità, ed ogni volta di un artista differente.
Una delle ragioni per cui questo tipo di concerti è molto seguito ce la spiega Ugo Barbàra scrittore e giornalista, in un suo articolo apparso su Avvenire.it: “Si percepiva un’emozione e un’attesa diversa da quella dei concerti delle grandi band. Era l’attesa di rivivere un’emozione. Quando comincia la musica e la voce fluisce, ogni remora si dissolve e si capisce perché tutta quella gente è lì, perché applaude entusiasta. Non come se sul palco ci fossero i veri, ma come se assistessero a una celebrazione“.
